Biografia teatrale completa

Laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano con una tesi di storia del teatro (Sul teatro di marionette di Heinrich von Kleist), Silvio Castiglioni è tra i fondatori, con Sisto Dalla Palma, del CRT-Centro di Ricerca per il Teatro di Milano nel cui ambito matura le prime esperienze formative incontrando prima Peter Schumann e il suo Bread and Puppet e poi l’Odin Teatret di Eugenio Barba, con cui inizia il suo apprendistato nel teatro (’72-’73). In seguito, con alcuni compagni di studi, costituisce il Teatro di Ventura, gruppo di punta del cosiddetto terzo teatro, che dopo una breve esperienza milanese fissa la sua sede a Treviglio (BG). In dieci anni (’74-’84) Castiglioni partecipa alla creazione di numerosi spettacoli (con regia di Ferruccio Merisi), come attore e collaboratore alla drammaturgia, fra cui: Baraballo, (Biennale di Venezia, Festival di Belgrado e Nancy); Il detto del Gatto Lupesco (memorabile la recensione di Cesare Garboli in occasione del debutto a Viterbo nell’estate del ’77); Il medico per forza di Molière (Festival di Santarcangelo, ’78); La tragedia dell’arte (con un’originale interpretazione della maschera di Arlecchino); La questione della primavera da un intermezzo di Cervantes e da una poesia di Majakowskij (Festival di Santarcangelo, ’82); Immagini dal Don Chisciotte (Sambuca di Sicilia, ’83).

L’Istituto di Cultura Teatrale

La prima volta del Teatro di Ventura al Festival di Santarcangelo risale al ’77. L’anno seguente il gruppo è fra i protagonisti di una prima “rivoluzione” del festival (con la storica edizione La città dentro il teatro). In seguito il Teatro di Ventura accetta di trasferirsi nella cittadina romagnola dove, per il “riconosciuto significato della sua ricerca teatrale”, può usufruire di una sala di lavoro e di un sostegno economico per svolgere la sua attività. Qui Castiglioni contribuisce alla creazione e alla direzione dell’Istituto di Cultura Teatrale che ha lo scopo di raccogliere e sviluppare, nel corso di tutto l’anno, gli stimoli del festival estivo e di favorire la preparazione e l’organizzazione del festival seguente grazie al lavoro di un gruppo di teatro stabile. Le principali attività dell’Istituto riguardano la formazione, la ricerca scientifica e la documentazione (con una prima catalogazione del patrimonio del Festival). Fra gli ospiti dell’Istituto si annoverano: Jerzy Grotowski, Eugenio Barba, Ryszard Cieslak, Katsuko Azuma, Sanjukta Panigrhai; e fra gli studiosi: Fausto Malcovati, George Banu, Claudio Meldolesi, Fabrizio Cruciani. Particolarmente rilevante, per la formazione personale di Castiglioni come attore e formatore, è l’incontro con la danzatrice giapponese Katzuko Azuma, nel corso di vari laboratori realizzati nell’ambito del progetto di formazione Maestri e Margherite.

Con Raùl Ruiz e altre esperienze

Conclusa l’esperienza del Teatro di Ventura e dell’Istituto di Cultura Teatrale (’85), Castiglioni inizia un percorso che lo porta a realizzare alcuni spettacoli dedicati a bambini e ragazzi (Alice…Alice e Arlecchino in paradiso), e a condurre le prime significative esperienze come formatore in Italia e all’estero (laboratori sulla Commedia dell’Arte a Utrecht e Karlsruhe). Nel 1988 il decisivo incontro con l’autore e regista di cinema cileno Raùl Ruiz segna una svolta. Con Ruiz s’instaura una fruttuosa collaborazione come attore, collaboratore alla scrittura-traduttore e assistente alla regia, che si concreta in un film (Edipo Iperboreo) e quattro spettacoli teatrali (’88- ’92): Lo schiavo del demonio (Festival di Santarcangelo), I Maghi (Festival di Volterra), Edipo Iperboreo, (CSRT di Pontedera) La scoperta dell’America (Orestiadi di Gibellina). In quest’occasione ha modo di frequentare Leo de Berardinis e gli attori della sua compagnia. È assistente di Ruiz anche per un breve corso alla Paolo Grassi, dove Castiglioni tornerà per uno stage intensivo qualche tempo dopo. In questi anni partecipa come attore a diversi progetti fra i quali: Histoire du Soldat, di Ramuz-Stravinskij, regia Massimo di Marino (Teatro Comunale di Ferrara, ’90); Oplà, siamo vivi e Moro e il suo boia di Renato Gabrielli, regia Mauricio Paroni de Castro (CRT, Milano, ’92-’94); Fratelli dei cani, (’91-’92) da Pasolini e Thomas Mann, regia Roberto Bacci (CSRT, Pontedera, dove incontra ripetutamente Jerzy Grotowski). Con quest’ultimo spettacolo è in tournée in Svizzera, Spagna, Brasile, Russia e Israele, e conduce laboratori con giovani attori locali. Maturano anche le prime esperienze come regista: Il cacciatore di vento, da un racconto di Tonino Guerra (1985); Il tortuoso amore, da un racconto di Clarice Lispector (Santarcangelo, ’90); Camille C. di Maria Inversi (Teatro La Comunità, Roma ’91); Marta e Maria, di Renato Gabrielli (CSRT Pontedera ’92).

Il Festival di Santarcangelo

Nell’autunno del 1993 Leo de Berardinis, nominato direttore artistico del Festival di Santarcangelo, offre a Castiglioni l’incarico di condirettore. La collaborazione con Leo, altra tappa fondamentale del suo percorso, dura per quattro edizioni, dal ’94 al ’97. È un periodo di appassionata elaborazione intellettuale: si lavora a un nuovo profilo di Festival, in stretto rapporto con gli altri Festival di rilevanza nazionale e la parte più viva del teatro italiano, cercando anche di studiare un nuovo modello per l’organizzazione e la gestione del personale e delle risorse. Lavoro essenziale quando toccherà a Castiglioni assumere la Direzione Artistica (1998-2005). Otto anni nel corso dei quali l’ormai storica manifestazione accentua la sua peculiarità di laboratorio permanente del nuovo teatro; ma coltiva anche il legame primario con la città e il territorio, promuovendo iniziative volte a interessare nuove fasce di pubblico e al reperimento di nuove risorse. In questi anni si sviluppano sensibilmente i rapporti con partner internazionali, a livello di ospitalità, di produzione e co-produzione; si accentua l’attenzione ai nuovi linguaggi della scena e al teatro delle nuove generazioni (ospitando tra l’altro la finale del premio Scenario); ci s’interroga sul significato della tradizione e sul ruolo dei maestri; si cerca di elaborare un modello organizzativo sempre più organico al progetto artistico. Al centro del progetto Santarcangelo c’è un gruppo di lavoro motivato, competente e responsabile, che assicura al Festival una invidiabile “produttività” economica e culturale, forte anche di una rete di relazioni con Enti di Formazione Teatrale e Universitaria, nazionali e internazionali, che inviano al Festival i loro allievi in stage formativo.

Filò

Negli anni di Santarcangelo non s’interrompe l’attività di attore, autore e regista. Scrive e interpreta Corpi estranei, dedicato a Heinrich von Kleist (’95) e Remengòn, voci dalla guerra, (CRT, Milano, ’97) liberamente ispirato a un libro di Nuto Revelli (in tournée presso le comunità italiane in Argentina e Uruguay). Nel ’98 interpreta per il CTB, Teatro Stabile di Brescia, Il sogno e la vita, una fantasia sul signor Hoffmann, scritto in collaborazione con François Kahn. Numerose le collaborazioni con musicisti contemporanei, come voce solista e come drammaturgo: ricordiamo un’originale interpretazione di Royal Winter Music di H.W.Henze, e Papè satan papè satan aleppe di Aldo Vianello su testi della Commedia. Nel 2000, di ritorno dal viaggio in Argentina, realizza Filò, ispirato al poema di Andrea Zanzotto, uno spettacolo tuttora in repertorio che coniugando narrazione, poesia, musica dal vivo e cibo preparato in scena, s’interroga sul destino di una generazione che ha attraversato i cosiddetti “anni di piombo”. Nel 2002 e nel 2003 interpreta, per Crucifixus Festival, Il sogno della Croce e La Cena del pane.

Attività formativa

Intensa l’attività di formatore in Italia e all’estero. Ricordiamo: il progetto Anabasi (’95-’99) per studenti universitari delle discipline legate alle arti dello spettacolo, realizzato dal CRT in collaborazione con ETI, Ente Teatrale Italiano. Nel 2001 – 02 è responsabile didattico e docente nel progetto Zampanò, corso di formazione superiore per attori realizzato con Fondi Sociali Europei da ERT – Emilia Romagna Teatro in collaborazione col Festival di Santarcangelo. Nel 2003 è chiamato a guidare per sei settimane il Moscow project presso l’American Repertory Theatre, di Cambridge (Massachussets) una delle più accreditate scuole di teatro americane, sostenuta da Harvard University. La scuola si avvale d’insegnanti internazionali e di una relazione privilegiata con docenti russi della Scuola di Teatro del M’hat di Mosca diretta da Anatolij Smelianskij. Castiglioni ha il compito di sviluppare con gli studenti-attori un lavoro di base personalizzato, e di creare uno spettacolo che sarà poi replicato nel corso del soggiorno semestrale degli stessi allievi a Mosca: Cervantes gadze, adattamento da un intermezzo di Cervantes. Nel frattempo assume l’incarico per un laboratorio stabile all’Università Cattolica di Brescia, dove, nel triennio 2006-08, realizza anche un’importante esperienza formativa presso Danzarte, da un’idea di Carla Bino e Vittorio Pedrali. Di particolare rilievo è il lavoro con gli allievi del 2007, Il rumore del tempo - di fronte al dolore degli altri, in memoria della strage di Piazza Loggia, scritto da Andrea Nanni. Sempre al CRT, lavora presso il Centro di Drammaturgia Comunitaria fondato da Sisto Dalla Palma e diretto da Giulia Innocenti Malini. Dal 2010 conduce un laboratorio biennale sul lavoro teatrale con maschera per gli allievi della Scuola di teatro dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano.

Con la Compagnia Lombardi–Tiezzi

Dal 2002 al 2010 collabora stabilmente con la Compagnia Lombardi – Tiezzi. Il primo spettacolo  nasce da un’idea dello stesso Castiglioni: portare in scena e interpretare In fondo a destra di Raffaello Baldini, unico testo teatrale in lingua italiana del poeta romagnolo, accolta con entusiasmo da Federico Tiezzi, che ne cura la regia, e da Sandro Lombardi che lavora con Castiglioni alla drammaturgia. A questo primo spettacolo, che ha debuttato a Santarcangelo nel 2003, seguono: Antigone di Sofocle di Bertolt Brecht (2004); Gli uccelli di Aristofane (2005, premio Ubu come miglior spettacolo e miglior regia); I giganti della montagna di Pirandello (2007); Passaggio in India (2008) di Santha Rama Rau, dal romanzo di E.M.Forster. Tutti per la regia di Federico Tiezzi.

Un nuovo gruppo

Conclusa nel 2005 l’esperienza al Festival, Castiglioni torna a progetti teatrali autonomi più complessi e ambiziosi, riunendo un gruppo di lavoro basato sulla collaborazione fra competenze diverse nell’ambito di un disegno poetico condiviso: il drammaturgo Andrea Nanni, il regista Giovanni Guerrieri, il consulente musicale Luca Berni; cui in seguito si aggiungeranno: il compositore Gianmaria Gamberini e il light designer Luca Brolli. Banco di prova della nuova formazione è Viaggio in Armenia, dedicato a Osip Mandel’stam, creato al Festival di Castiglioncello nell’estate del 2006. Prodotto dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi, lo spettacolo è accolto con entusiasmo dalla critica, ed è ospitato anche al festival Vie di Modena. Nel marzo 2007, insieme con l’artista Georgia Galanti, Castiglioni costituisce l’associazione Celesterosa che produce – con I Sacchi di sabbia di Pisa – gli spettacoli realizzati in seguito dallo stesso team e oggi in repertorio: Casa d’altri – radiodramma teatrale dal racconto di Silvio D’Arzo (Crucifixus festival, 2007) e Domani ti farò bruciare – invettiva da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij (Castiglioncello, 2008), poi riuniti in dittico col titolo Il silenzio di Dio (Teatro dell’Arte, Milano, Aprile 2009). Nel dicembre 2009, in occasione della trasmissione radiofonica in diretta su Rai Radio 3 di Domani ti farò bruciare, viene trasmessa l’anteprima radiofonica de Il vampiro – una confessione mancata, dal racconto di J.W.Polidori. Il debutto teatrale dello spettacolo è nel novembre 2010 (al CRT di Milano): Il vampiro o le confessioni mancate di Andrea Nanni, da John William Polidori e Marina Cvetaeva. Regia Giovanni Guerrieri. In scena, accanto a Silvio Castiglioni, Emanuela Villagrossi. Con la musica composta ed eseguita dal vivo da Gianmaria Gamberini, le luci di Luca Brolli, le immagini di Filippo Ticozzi. Nella primavera 2011, al CRT Salone di Milano, Silvio Castiglioni debutta ne La storia della Colonna infame, da Alessandro Manzoni, per la regia di Giovanni Guerrieri, ancora una volta a fianco di Emanuela Villagrossi. Lo spettacolo, prodotto dal CRT, è dedicato a Sisto Dalla Palma, che ne era stato l’ispiratore.

Progetti diversi

In ottobre 2009 è protagonista, con l’orchestra Accademia Bizantina, del dramma con musica Per anima sola, di Claudio Borgianni, regia Alessio Rosati, ispirato alla vita del cantante Francesco Bernardi detto il Senesino. Nell’estate 2009 inizia la collaborazione con La città incantata – produzioni audiovisive di Pavia. Nel corso delle riprese di Dall’altra parte della strada di Filippo Ticozzi, un corto sul tema della violenza contro le donne (di cui Castiglioni è il protagonista maschile) prende forma l’idea di realizzare alcuni film dagli spettacoli teatrali recenti, Viaggio in Armenia, Il vampiro, Casa d’altri e Domani ti farò bruciare. Per Viaggio in Armenia si pensa a un film che accosti immagini dallo spettacolo con documenti visivi realizzati nel corso di un viaggio nel paese alle pendici dell’Ararat. Titolo provvisorio del progetto è: ai confini del mondo e della storia, delle culture e della percezione. Nel giugno del 2010 interpreta La notte sta finendo di Luca Doninelli, regia di Giorgio Sciumè. Nel luglio dello stesso anno Castiglioni è regista e interprete del progetto speciale Sulla via del cannone su testo di Mariano Dammacco, da un’idea di Carla Bino, spettacolo itinerante alle pendici dell’Adamello. A fine settembre 2010 collabora con la compagnia I Sacchi di sabbia interpretando C.U.O.R.E. scritto e diretto da Giovanni Guerrieri.

Al presente

Da febbraio 2011 a maggio 2012 è stato direttore artistico del CRT – Centro di ricerca per il teatro di Milano. Nel dicembre 2012 debutta con L’uomo è un animale feroce, un adattamento di Silvio Castiglioni dei ‘Monologhi’ di Nino Pedretti, realizzato in collaborazione con Georgia Galanti e trasmessi anche su Rai Radio 3. Nel giugno 2013 è al fianco di Silvia Pasello in Un po’ d’eternità, per Osip e Nadežda Mandel’štam di Andrea Nanni, regia di Giovanni Guerrieri (Lucca, Festival I teatri del Sacro).

Nel 2015 Nel labirinto, l’Italiano di Raffaello Baldini, da Autotem a In fondo a destra a dieci anni dalla scomparsa del grande poeta (anche su Radio 3). Nel maggio 2016 ha debuttato con Planctus – pianto di Maria, madre di Gesù da un testo del XV secolo, riscritto in versi da Leonardo Mello. Estate 2016: Casa di mare tratto da La sirenetta di Andersen, riscritto per l’occasione da Donella Giacotti, con le video illustrazioni dal vivo di Georgia Galanti; a novembre 2016 Casa Ghizzardi: Mi richordo anchora tratto dall’autobiografia del pittore Pietro Ghizzardi, drammaturgia di Giulia Morelli, scenografia Nicolò Cecchella, regia di Giovanni Guerrieri (produzione CRT, un mese di repliche alla Triennale di Milano). Nel marzo 2017 Concerto per Jack London con il trombettista Fabrizio Bosso e il fisarmonicista Luciano Biondini: Castiglioni elabora e interpreta un racconto del grande scrittore americano. Alla fine del 2017 realizza una nuova versione di Storia della colonna infame, attualmente in giro nei teatri. Nel marzo del 2018: Ingmar su testo originale di Davide Brullo sulla figura di Ingmar Bergman, in collaborazione con Daniela Giovanetti e Norina Angelini; e The Fisher and the Crow in collaborazione con la cantante britannica Sarah Jane Morris che coniuga racconto teatrale e canzoni. Nell’ottobre 2018 ha adattato per la scena e interpretato La lucina, dal romanzo di Antonio Moresco, con le immagini create dal vivo da Georgia Galanti.