Spettacolo

Il vampiro

O le confessioni mancate

Di Andrea Nanni

Da John William Polidori e Marina Cvetaeva

Con Silvio Castiglioni, Emanuela Villagrossi

Regia Giovanni Guerrieri

Suono Gianmaria Gamberini, film Filippo Ticozzi, luci Luca Brolli, costumi Georgia Galanti / FRAV Milano

Produzione Celesterosa, I Sacchi di Sabbia

Destinato a un’immensa fortuna letteraria (dal Dracula di Stoker alla recente saga di Twilight) e cinematografica (dall’espressionismo tedesco a Hollywood), il signore della notte, il non-morto che si nutre del sangue di creature giovani e belle, nato dalla fantasia popolare e tenuto in vita dalla tradizione orale, conquista la dignità letteraria nel 1819 grazie al ventunenne John William Polidori, segretario di Lord Byron e autore del racconto Il Vampiro. Intorno alla metà di quel secolo (tra il 1855 e il 1864) il folclorista Aleksandr Afanasjev dà alle stampe una raccolta di antiche fiabe russe, una delle quali si intitola Il Vampiro. A quella fiaba si ispirerà Marina Cvetaeva per il suo poema Il Prode, pubblicato nel 1924 a Praga e poi illustrato da Natal’ja Gončarova, incontrata dalla Cvetaeva nel comune esilio parigino.

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Il racconto di Polidori e le opere della Cvetaeva (soprattutto le lettere e alcune prose familiari) sono i testi a cui Andrea Nanni si è ispirato per costruire un doppio monologo in cui la stessa vicenda—la seduzione del Vampiro nei confronti delle sue vittime—viene narrata da due diversi, e a volte inconciliabili, punti di vista: quello di un giovane lord inglese e quella della sua ancor più giovane sorella. In scena due vecchi che in un flashback ricco di suspense ripercorrono le tappe di un sinistro romanzo di formazione che parte dalla Londra del bel mondo e attraversa le rovine di Roma e di Atene per poi tornare a Londra secondo una struttura circolare che non chiude il racconto ma apre una spirale vertiginosa in un moltiplicarsi di riflessi illusori e di maschere sociali dietro le quali affiorano pulsioni inconfessabili, in bilico tra omosessualità e incesto.

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Il naufragio dei buoni sentimenti, l’innocente come vittima designata, la passione come territorio di caccia per predatori senza scrupoli, lo spettro della follia: nel racconto scenico il gotico si fa specchio di una sensibilità contemporanea intrisa di crudeltà, in cui non è facile distinguere tra vittima e carnefice. Uno specchio oscuro in cui affiorano i turbamenti della giovinezza, in cui balena improvvisa agli occhi degli spettatori la possibilità che il male si intrecci indissolubilmente con l’incarnazione della bellezza.


Recensioni
Rodolfo Di Giammarco La Repubblica

Il Vampiro o le confessioni mancate

L’affascinante e oscuro testo Il vampiro o le confessioni mancate di Andrea nanni da John William Polidori e Marina Cvetaeva, affidato ai flemmatici e morbosi Silvio Castiglioni e Emanuela Villagrossi diretti da Giovanni Guerrieri. Lui testimonia la parabola (anche moderna) di un uomo irretibile, lei attesta una pulsione a sottoporsi all’inaudito (“Per questo di solito non parlo”). Due a solo di suggestioni, turbamenti. […]
Tommaso Chimenti Corriere nazionale

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Diego Vincenti Hystrio

Il fascino intellettuale del signore delle tenebre

Confini labili. Fra passione e perdizione, incesto e amor fraterno, vita e morte (o presunta tale). In queste zone di nessuno si muove Il vampiro, elegantissima coppia di monologhi che Andrea Nanni intreccia da alcuni racconti “minori” sul pallido signore delle tenebre. Da Polidori alla Cvetaeva fin… […]
AL.FA. Brescia Oggi

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Claudia Cannella Vivi Milano / Corriere della sera

Da vedere perché: Il Vampiro

Due vecchi, forse vampiri, ripercorrono le tappe di un sinistro romanzo di formazione. Chi è vittima e chi è carnefice? Da testi di Polidori e Cvetaeva, un cortocircuito tra enigma e magia affidato alla sapienza attorale di Silvio Castiglioni ed Emanuela Villagrossi. […]
Sara Chiappori La Repubblica

Il Vampiro. Castiglioni dolente e fascinoso

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