Spettacolo

Il silenzio di Dio

Silvio D’Arzo / Fëdor Dostoevskij

Progetto e interpretazione Silvio Castiglioni
Drammaturgia Andrea Nanni

Suoni Casa d’altri Luca Berni, Gianmaria Gamberini
Sound design Domani ti farò bruciare Gianmaria Gamberini
Disegno luci Luca Brolli
Oggetti di scena Georgia Galanti

Regia Giovanni Guerrieri

Pproduzione Celesterosa, I Sacchi di Sabbia
Col sostegno di Crucifixus Festival, Comune di Cattolica, Provincia di Rimini, Armunia, Regione Toscana

Prima rappresentazione 28 aprile 2009, Milano, CRT Teatro dell’Arte

Uno stesso silenzio—il silenzio di Dio—risuona sia in Casa d’altri (tratto dal racconto di Silvio D’Arzo) sia in Domani ti farò bruciare (ispirato a I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij). Alla sommessa domanda di una vecchia che vorrebbe togliersi la vita, fa eco la furente requisitoria di un demone che vorrebbe incarnarsi. In entrambi i casi non c’è risposta, poco importa che la resa alla morte lasci il posto alla tentazione di vivere. Nel silenzio che accompagna queste figure tragiche, entrambe prive di un posto sulla terra, risuona il sibilo di una lama che separa vita e morte, umano e divino. Una lama che ci gira intorno come un satellite dall’orbita cieca, incurante del vuoto di senso che non riusciamo a colmare. E se dietro le maschere vocali di Casa d’altri non ci sono che specchi, in Domani ti farò bruciare tutto avviene oltre lo specchio, dove le forme perdono i loro contorni per bruciare in un fuoco incessante.

Parte prima

CASA D’ALTRI

Radiodramma teatrale dal racconto di Silvio D’Arzo

Casa d’altri è un giallo dell’anima. Un’indagine esistenziale scandita dall’attesa di una domanda continuamente differita. Una domanda che ammutolisce chi è chiamato a rispondere. Una suspense che il silenzio non scioglie. Una responsabilità che nessuno è disposto ad assumersi. Una verità da ascoltare voltati da un’altra parte. Ma è anche “un racconto perfetto”, come lo definì Eugenio Montale sul “Corriere della Sera” dopo la morte di D’Arzo, scomparso a soli trentadue anni senza aver visto pubblicato il suo capolavoro. Sulla scena, le maschere vocali dietro cui si cela l’autore—la vecchia con la sua terribile domanda e il prete con il suo silenzio—affiorano tra gli echi di un paesaggio purgatoriale. La fiaba è un “adagio” crudele, insidiato dal silenzio: dietro le maschere non ci sono che specchi…

Parte seconda

Domani ti farò bruciare

Invettiva da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij

Domani ti farò bruciare è un’invettiva violenta e malinconica. Un “presto con fuoco” in bilico tra il sublime e il burlesque. Un finale di partita tra un demone di mezza tacca e un Cristo consegnato al silenzio. Un interrogatorio che si rivela una confessione. Uno specchio ustorio in cui l’aguzzino e la vittima finiscono per fondersi in un’unica figura. Se non c’è salvezza possibile, tanto vale cedere alla tentazione di vivere. Ma neanche questo è permesso al demone pronto a rubare le parole al Grande Inquisitore pur di strappare al suo interlocutore la possibilità di incarnarsi. E così di salvarsi dal gelo di un vuoto siderale in cui la libertà è una lama che non si lascia afferrare. Dietro le sue accuse risuona la stessa supplica che accomuna le creature incompiute tanto disprezzate: che qualcuno lo salvi da se stesso.


Recensioni
Mario Brandolin Messaggero Veneto

Castiglioni, gran teatro d’ascolto

Alla struttura da radiodramma… si accompagna così una forte valenza di drammaticità, quasi metafisica. Che esplode nel secondo momento, in cui con le parole di Dostoevskij assistiamo a una sorta di grottesco processo a Cristo, per opera di un funzionario della fede, che incalza, irride, arrogante, luciferino e nevrotico, in un’inquietante dissociazione tra dire e agire che lo rende contorta marionetta di se stesso, aggrappato a una sedia, nel rosso alla Francis Bacon in cui è immerso… […]
Sara Chiappori La Repubblica

Castiglioni interroga il silenzio di Dio

Castiglioni dà voce, corpo e vertiginosa profondità al tormento del dubbio che devasta l’uomo davanti a un Dio tragicamente silenzioso… Una prova d’attore di rara potenza, rigorosa e senza vezzi: perché quel che Castiglioni fa sulla scena è officiare il rito misterioso di una parola capace di rendere visibile l’invisibile. […]
Franco Cordelli Corriere della sera

Castiglioni l'istrione occulto

…una gigantesca ombra, ora rossa ora nera, dietro le spalle dello sprezzante oratore… d’una sgradevolezza memorabile… Castiglioni è un attore che eccelle nel togliere… Ma vediamo anche come il suo rifiuto dell’enfasi, o d’ogni eccesso di rivelazione di sé, altro non sia che un più sofisticato, cesellato istrionismo. Poiché alla fine, cosa c’è di più diabolico dell’istrionismo se non il suo occultamento? […]
Franco Quadri TuttoMilano / La Repubblica

Castiglioni fra Dio e demoni

… una cornice di specchi per il parroco di paese tallonato… da una fantasmatica vecchietta che lo cerca fingendo di sfuggirgli per chiedergli un’esenzione dai precetti che lui non le potrà consentire… e alla stessa stregua non sarà concesso di incarnarsi al blaterante demone travestito che grida la sua ira maledicente da Anticristo su un rosseggiante sfondo infernale. […]
Corriere della Sera

Il silenzio di Dio

Un parroco impotente di fronte a una vecchia che gli confessa di voler suicidarsi e un Inquisitore-Anticristo-manager che conosce la formula per dominare i fragili, deboli uomini: miracolo, mistero, autorità. Questi i protagonisti di due intensi monologhi di Silvio D’Arzo e Dostoevskij con la dr… […]
Luca Vido Il Giorno

Il silenzio di Dio è un fiume di parole che incantano

La scena si apre su un gigantesco prete, alto tre metri, circondato da microfoni, che racconta il silenzio… Quello che impressiona e convince, al di là dei due bellissimi testi scelti, è l’interpretazione, soprattutto vocale ma non solo, che Silvio Castiglioni regala al pubblico del CRT. Da vedere e da ascoltare. […]
Magda Poli Corriere della Sera

Castiglioni sa toccare mente e cuore

Due monologhi per raccontare con raffinata capacità evocativa il difficile rapporto tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e l’autorità religiosa, tra l’uomo e se stesso… Alla lunga figura di Giacometti del prete di “Casa d’altri” di Silvio D’Arzo, segue il manager dalle tinte e dai contorcimenti alla Bacon in “Domani ti farò bruciare” … analisi della nascita dei regimi totalitari… […]
Franco Quadri La Repubblica

Il prete e l'inquisitore in cerca di Dio

L’intelligenza creativa di un team di teatranti rigorosi – Andrea Nanni curare gli adattamenti, Giovanni Guerrieri alla regia e Silvio Castiglioni prezioso interprete – mette a confronto l’incantevole modestia del capolavoro di Silvio D’Arzo e la protervia del Grande Inquisitore dostojevskiano. Casa d’altri funziona benissimo anche nella riduzione… […]
Renato Palazzi delteatro.it

Il silenzio di Dio

Silvio Castiglioni ha felicemente accostato un racconto di Silvio D’Arzo ai Fratelli Karamazov di Dostoevskij. Efficace l’allestimento minimale, con la drammaturgia di Andrea Nanni e la regia di Giovanni Guerrieri… due testi sul vuoto della parola, che paradossalmente non possono che esprimersi in una rigorosa trama verbale… Una bella prova d’attore, percorsa da una forte tensione intellettuale. […]
Maddalena Miele Il Giornale

Al CRT il "Silenzio di Dio" tra Dostoevskij e D'Arzo

…un lavoro teatrale di grande coinvolgimento emotivo, in cui le parole, che appartengono, almeno in partenza, alla narrativa, accolgono con la propria musicalità e, anche se sono quasi semplicemente “dette”, senza azione, permettono di sentire gli odori, vedere i luoghi a cui si riferiscono. […]
Diego Vincenti Epolis Milano

Quesiti alla Chiesa afona

C’è quell’inquietudine, c’è la sensazione che non tutto vada come deve andare… È da vedere il dittico Il silenzio di Dio fosse solo per l’affiancare due testi tanto distanti che riescono ad apparire come due momenti del medesimo pensiero… Si esce un poco scossi. E non succede spesso. […]
Diego Vincenti Hystrio

Duello d'anime per voce sola

Quando si hanno parole splendide è sufficiente una sedia. E un grande attore. Domani ti farò bruciare sono manciate di minuti di teatro emozionante, minimalismo scenico che racchiude a forza dimensioni gigantesche: di testo, talento, forza comunicativa. Castiglioni accoglie lo spettatore come se us… […]
Daria Balducelli Il Giornale della Mezzanotte

Non di solo pane

Dentro l’ardente buio di Silvio d’Arzo e di Dostoevskij sono riuscita a fissare su carta solo poche parole: “altezza”, ”mani”, “silenzio”, “indica”, “silenzio”, “la tonaca vuota del prete”, “chiunque passa mi vede”,” non ho denti per mangiare il pane”, “eleganza del male”, “non di solo pane vive l’uomo”… uno spettacolo così raffinatamente, così artisticamente crudele. […]
Franco Cordelli Corriere della Sera

Il prete e la lavandaia suicida

Ritenevo che il debito stilistico di Silvio D'Arzo nei confronti di Vittorini e Pavese fosse ingente. Troppo vistoso… Castiglioni scarnifica questa prosa, la priva, appunto, del suo lirismo e ne mostra, al di là degli accenti invece colloquiali, la durezza di fondo, l'immedicabile ferita che essa apre in quel desolato paesaggio. […]
Maurizio Spinali La Voce del Popolo

La morte è una domanda che resta senza risposta

Brescia. «Le parole mi fanno vergogna». Lo dice al lettore il prete protagonista di Casa d’Altri, racconto di Silvio D’Arzo, scrittore emiliano scomparso nel ’52 a trentadue anni. E il silenzio avvolge lo spettatore sin dall’inizio dell’intensa riduzione teatrale che Silvio Castiglioni, noto attore e regista d… […]
Lorenzo Donati Hystrio

Capre di montagna e preti radiofonici

In tempi di podcast, è netta la cifra di questo lavoro, che difende un teatro sommesso, in cui l'artigianale è segno di un rigore che preserva l'empatia con lo spettatore. Come nel commiato del parroco, che esce trascinando una carriola che porta disegnata una capra d'altri tempi e d'altre biografie. […]