Recensione

Rodolfo Di GiammarcoLa Repubblica06 August 2011

Il Vampiro o le confessioni mancate

Non si disperde, malgrado i tagli, il bel segno impresso da Nico Garrone all’Estate a Radicondoli, e la programmazione “autonoma” del 25esimo anno si sofferma tra l’altro su inquietanti o toccanti solitudini. In uno spettacolo che rapisce l’anima, si sono scisse su due diversi piani dell’abitato storico le esternazioni di un fratello e una sorella avvinti entrambi, lui mentalmente, lei carnalmente, da una terza figura che impersona le vertigini del male e della bellezza. L’affascinante e oscuro testo è Il vampiro o le confessioni mancate di Andrea nanni da John William Polidori e Marina Cvetaeva, affidato ai flemmatici e morbosi Silvio Castiglioni e Emanuela Villagrossi diretti da Giovanni Guerrieri. Lui testimonia la parabola (anche moderna) di un uomo irretibile, lei attesta una pulsione a sottoporsi all’inaudito (“Per questo di solito non parlo”). Due a solo di suggestioni, turbamenti.