Recensione

Mario BrandolinMessaggero Veneto12 March 2007

Castiglioni, gran teatro d’ascolto

UDINE. Akrópolis ha offerto al Palamostre una serata davvero altra. Né alternativa né trasgressiva né innovativa: altra. Altra perché chiede allo spettatore una disponibilità all’ascolto inconsueta, assoluta, concentrata. Parole sì, ma anche teatro. Silvio Castiglioni, regista e interprete, è riuscito nell’intento di far vivere sulla scena pensieri e domande che sono provocazione e sfida. Il silenzio di Dio, così il titolo: un dittico composto da un racconto breve, Casa d’altri di Silvio D’Arzo, e da un’invettiva dai Karamazov di Dostoevskij, Domani ti farò bruciare, che parla del rapporto tra uomo e Dio, tra l’uomo e l’autorità religiosa, tra l’uomo e il senso del suo esistere. «Racconto perfetto» lo definì Montale, questo di D’Arzo, scrittore romagnolo morto giovanissimo, Casa d’altri, nel confronto tra un prete e una donna del popolo, evidenzia come al vuoto della parola corrisponda una verbosità che non fuga i dubbi, non esaurisce le richieste. Alto, incombente su un trespolo pulpito fra quattro microfoni, illuminato di taglio e con un controluce rosso, che getta un’aura sinistra sul nero della tonaca e del cappello, il prete ascolta e racconta, fino ad abbandonare la postazione di dominio, impotente di fronte alle domande della donna cui non sa rispondere. Alla struttura da radiodramma, in cui il bel tessuto sonoro di Luca Berni e Gianmaria Gamberini fa da suggestivo controcanto alla narrazione, si accompagna così una forte valenza di drammaticità, quasi metafisica. Che esplode nel secondo momento, in cui con le parole di Dostoevskij assistiamo a una sorta di grottesco processo a Cristo, per opera di un funzionario della fede, che incalza, irride, arrogante, luciferino e nevrotico, in un’inquietante dissociazione tra dire e agire che lo rende contorta marionetta di se stesso, aggrappato a una sedia, nel rosso alla Francis Bacon in cui è immerso, e dalla quale continuamente scivola nel tentativo di sfuggire all’abbandono della fede, alla vertigine della libertà cui lo (ci) inchioda il silenzio di Cristo. Bravissimo Castiglioni, atmosfera teatrale rigorosa. Davvero una serata altra, bella e incoraggiante.